Questione di stile… anche in taxi
Inglese, bon ton e marketing relazionale, questi gli argomenti dei corsi di formazione stabiliti dall’amministrazione Raggi, a cui dovranno partecipare 750 tassisti di Roma. Scopo: il rilancio del turismo capitolino.
La decisione mi trova perfettamente in sintonia … ça va sans dire!
Un po’ di “saper vivere” e qualche nozione di galateo dell’accoglienza, male non faranno certamente, anzi!
Vero è che l’educazione, perché sostanzialmente il punto è questo, non dovrebbe mancare da entrambe le parti: tassisti e fruitori dei taxi.
Nell’adempiere al proprio lavoro, in alcuni casi, è possibile comportarsi a proprio piacimento. Avremo quindi persone che minuziosamente prestano attenzione ai minimi dettagli ed altri che si affidano ad una certa “spontaneità” di comportamento.
I sopracitati tassisti, non sono certamente da meno. Tanto più che sulle loro vetture non hanno controlli sistematici ed immediati, né sul loro approccio con il cliente, né sulle condizione interne delle loro auto.
Nel momento in cui si decide di utilizzare il servizio taxi per raggiungere qualsivoglia zona di una capitale o di una città, ad ognuno di noi farebbe immensamente piacere di poter montare su di una macchina pulita e profumata, essere accolti da un conducente cortese e sorridente, che saluti in modo consono e non dandoci del tu come se fossimo amici di vecchia data o con un asettico quanto non idoneo “salve”.
Ci colpirebbe positivamente che l’autista si apprestasse con prontezza ad aprire il bagagliaio per stivare eventuali valigie, sacche e shopper, senza dare visivamente adito a insofferenza per dover essersi alzato dal suo comodo sedile, che ci domandi dove desideriamo essere condotti e magari che gentilmente ci informi della durata del percorso in base al traffico cittadino, dandoci modo di prendere coscienza di eventuali ritardi sui nostri programmi.
Apprezzeremmo certamente una riservatezza ed un viaggio silenzioso che consenta di immergerci nei nostri pensieri piuttosto che nel controllo delle email ricevute sul cellulare, senza sottofondo di musiche e stazioni radio inudibili e talvolta a volumi degni di una discoteca di tendenza, senza partecipazione a conversazioni telefoniche tenute con viva voce invece che con auricolare e magari frasi poco gentili quanto poco opportune del tipo:
“fammè scaricà questo …” (questo inteso per cliente).
Che l’autista non commenti o espliciti visivamente disappunto se il tragitto richiesto è breve, che comprenda la necessità di un anziano o di una persona anche solo momentaneamente disabile.
Il sorriso e la cortesia non dovrebbero mai mancare, così come l’assecondamento ad una conversazione discreta se richiesta dal cliente.
Non sempre è così … e chi decide di usufruire dei servizi pubblici non è in situazione di poter scegliere.
Vero è che anche i fruitori non sempre peccano per savoir faire.
Come comportarsi in modo educato usufruendo di un taxi?
Quando si monta a bordo di un taxi o di un auto con autista si dovrebbe occupare sempre il posto più prestigioso, ovvero quello posizionato a destra sul sedile posteriore. Se si è in due, il posto d’onore spetterà alla donna o a chi ha maggior prestigio: la si farà accomodare e poi si girerà intorno all’auto per salire dall’altra portiera. Non appena in auto, se non si ha avuto modo di farlo prima, si saluta l’autista e si comunica in modo cortese e chiaro la destinazione che si intende raggiungere.
Vale la sempre attuale regola del “non parlare al conducente”.
Non è necessario intavolare interminabili discussioni con il conducente durante il viaggio, se questo ci rivolge la parola si risponderà in modo cortese, ma si eviterà di distrarlo dalla guida con il racconto della propria vita.
Va bene essere socievoli, non essere logorroici.
Su un taxi non si mangia e non si fuma. Siamo in un auto appartenente ad un’altra persona e che i passeggeri che saliranno a bordo dopo di noi hanno il diritto di trovare in perfetto stato. Attenzione quindi a non abbandonare in vettura rifiuti e cartacce e fare estrema attenzione a non sporcare gli interni dell’auto con scarpe infangate o ombrelli grondanti d’acqua. Ci si deve attenere alle regole suggerite dal galateo quando si è ospiti.
Le condizioni per le conversazioni telefoniche valgono per tassisti quanto per fruitori.
Al comunicare l’ammontare della tariffa si provvederà a saldare senza mercanteggiare e discutere: il tassametro esiste per calcolare in modo oggettivo il costo della corsa, che dipende anche dal traffico cittadino. La cifra dovuta andrebbe arrotondata sempre per eccesso, aggiungendo ad essa una piccola mancia. La stessa dovrebbe aggirarsi intorno ad una cifra pari al 10% e non dovrebbe mai scendere sotto il 5%.
Se necessitiamo di particolari condizioni della vettura a causa di situazioni nostre o di chi è con noi è opportuno farne richiesta al momento della prenotazione del servizio.
Rammentate che i tassisti non sono obbligati a trasportare in vettura animali, soprattutto di taglia media o grande e quindi non dotati di apposito trasportino. Proprio per questo, se si viaggia con animali al seguito, nel momento in cui si fa richiesta del servizio sarà necessario sincerarsi della fattibilità della cosa ed eventualmente chiedere la disponibilità di un autista “amico degli animali”.
Bon ton dovrebbe significare andare un po’ oltre alla semplice buona educazione che tutti dovremmo possedere, certamente il mettere sempre a proprio agio il prossimo è fondamentale per il saper vivere in armonia con gli altri.
Non ci vuole molto … un po’ di buona volontà e di abitudine.